Esther Kinsky
Rombo
[Rombo]
- Suhrkamp Verlag
- Berlino 2022
- ISBN 978-3-518-43057-6
- 267 pagine
- Contatto della casa editrice
Pubblicato in italiano con il sostegno di Litrix.de
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Il sospiro della materia
La sua è una prosa estremamente densa e poetica. Le peculiarità del territorio, una valle tra le Alpi Carniche, le Alpi Giulie e le Caravanche, vengono evocate in dettaglio con un dialetto che mescola l’italiano allo sloveno. Le caratteristiche scientificamente definite, soprattutto di natura mineralogica e biologica, producono uno scenario attraversato da effetti sempre nuovi. La bellezza del paesaggio, dunque, non viene romantizzata, ma illustrata per mezzo delle esatte condizioni geologiche e degli spostamenti della materia. E così, inevitabilmente, si stabilisce una connessione che non deve essere nominata esplicitamente, ma aleggia sugli eventi come una profezia oscura: anche ciò che può risultare paradisiaco ha sempre in sé il potenziale per un terremoto.
Poesia, storia e antropologia creano un legame molto particolare in questo testo, come già dimostra la cristallina struttura formale. I singoli brevi capitoli si alternano in un sofisticato gioco di riflessi, e a poco a poco gli abitanti del villaggio e le loro famiglie passano in primo piano. Le loro esperienze sono descritte con toccante realismo, ma anche poste a confronto con passaggi oggettivanti sul mondo animale e vegetale specifico della zona. In questo modo, nella prima parte emerge lentamente un’immagine caleidoscopica delle ore precedenti al terremoto. Un motivo particolare in questo contesto è il serpente Carbone, un serpente nero tipico della valle cui gli abitanti attribuiscono svariati poteri e che appare come un ambiguo messaggero.
Lo stesso terremoto, avvenuto intorno alle 21, viene descritto dal punto di vista di alcuni abitanti, e man mano che il testo procede, le circostanze familiari dei singoli protagonisti, la loro rete di relazioni, le loro condizioni sociali emergono con chiarezza sempre maggiore. La povertà, la sensazione di essere in balia degli altri, l’ineluttabilità si rivelano in numerosi motivi concreti e carichi di significati simbolici, per esempio nei rituali quotidiani e festivi. Particolarmente suggestive sono la leggenda della “Riba Faronika”, la sirena dotata di due code di pesce, o le canzoni, che non sono “né tristi né allegre”, ma piuttosto “malinconiche eppure, in qualche modo, lapidarie”. Una comunità arcaica e fatalista, rappresentata dall’autrice con immagini incredibilmente vibranti e spesso liriche, deve fare i conti con le circostanze della natura, su cui l’uomo non ha potere di intervenire: “il sospiro della materia”.
In questo libro, la pietra calcarea, certi uccelli, certi colori del paesaggio e del cielo si combinano con le grandi domande sull’umanità e la collettività. La componente politica in quest’area di confine a lungo contesa – “i partigiani venivano da due parti” – è sempre presente in sottofondo. Un libro eccezionale e poetico, non specificamente tedesco, ma piuttosto un romanzo europeo dalle mille sfaccettature.
Tradotto da: Maria Carla Dallavalle
di Helmut Böttiger
Scheda della casa editrice
Nel maggio e nel settembre 1976, due forti terremoti fanno tremare una regione e la sua popolazione nel nord-est dell'Italia. Un migliaio di persone muoiono sotto le macerie, decine di migliaia rimangono senza casa, molti lasceranno la loro terra natia, il Friuli, per sempre. La dislocazione di materiale a seguito delle scosse è impressionante, forma nuove aree in cui la violenza dell'accaduto può essere colta e compresa nell'ambito delle scienze naturali. Ma per il trauma umano, per l'esperienza dell'esistenza improvvisamente andata in frantumi, non è così facile trovare il linguaggio.
Nel nuovo romanzo di Esther Kinsky, insignito di un premio ancor prima di essere pubblicato, sette abitanti di uno sperduto villaggio di montagna, uomini e donne, raccontano le loro vite in cui il terremoto ha lasciato tracce profonde a cui stanno imparando lentamente a dare un nome. Dall'esperienza condivisa di paura e perdita, i fili della memoria individuale si dipanano e diventano narrazioni accorate e toccanti di una ferita profonda e antica.
(Testo: Suhrkamp Verlag)