Tropen Verlag
Tropen
Tropen è un marchio di Klett-Cotta. È sinonimo di una letteratura sorprendente, urbana e innovativa, ma anche di temi sociali, politici o pop-culturali.
Ci occupiamo di narrativa, saggistica e intrattenimento. Di area tedesca o internazionale. Del nostro catalogo fanno parte nomi come Simon Strauß o Luisa Neubauer, vincitrici del Booker Prize come Anna Burns e Bernadine Evaristo, vincitrici del Pulitzer come Megan Twohey e Jodi Kantor, o autori di bestseller come Halgrimur Helgason e Mons Kallentoft. Inoltre, narratori forti di lingua tedesca come Zaia Alexander o saggisti come Marko Martin e Thomas Oberender.
Tropen fu fondata nel 1996 da Michael Zöllner diventando una delle prime case editrici indipendenti tedesche cui, in seguito, Tom Kraushaar si unì come socio. Dal 2008 Tropen è sotto l’ombrello di Klett-Cotta. Il termine "Tropen" qui non sta a indicare soltanto la zona climatica tropicale ed evoca anche altro rispetto alle immagini della foresta vergine e al caldo umido che la contraddistingue; il "tropo" è una figura retorica che si usa con questo scopo: dire una cosa per esprimerne un'altra.
Tropen è un marchio di Klett-Cotta. È sinonimo di una letteratura sorprendente, urbana e innovativa, ma anche di temi sociali, politici o pop-culturali.
Ci occupiamo di narrativa, saggistica e intrattenimento. Di area tedesca o internazionale. Del nostro catalogo fanno parte nomi come Simon Strauß o Luisa Neubauer, vincitrici del Booker Prize come Anna Burns e Bernadine Evaristo, vincitrici del Pulitzer come Megan Twohey e Jodi Kantor, o autori di bestseller come Halgrimur Helgason e Mons Kallentoft. Inoltre, narratori forti di lingua tedesca come Zaia Alexander o saggisti come Marko Martin e Thomas Oberender.
Tropen fu fondata nel 1996 da Michael Zöllner diventando una delle prime case editrici indipendenti tedesche cui, in seguito, Tom Kraushaar si unì come socio. Dal 2008 Tropen è sotto l’ombrello di Klett-Cotta. Il termine "Tropen" qui non sta a indicare soltanto la zona climatica tropicale ed evoca anche altro rispetto alle immagini della foresta vergine e al caldo umido che la contraddistingue; il "tropo" è una figura retorica che si usa con questo scopo: dire una cosa per esprimerne un'altra.
