Letteratura per bambini e ragazzi
Tamara Bach
Von da weg
[Lontano da lì]
- Carlsen Verlag
- Amburgo 2024
- ISBN 978-3-551-58543-1
- 176 pagine
- Contatto della casa editrice
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Non si può essere più soli di così
Ciò che rende speciali i romanzi di Tamara Bach, molto amati dal pubblico e lodati dalla critica, non è tanto la trama. Di solito, infatti, si tratta di storie non particolarmente spettacolari, che non trattano di grandi catastrofi, ma piuttosto dei temi che coinvolgono e sfidano ragazzi e ragazze in tutto il mondo: ritrovarsi in una scuola nuova, i primi amori, incontri inaspettati e separazione dei genitori, amicizia e solitudine. E sempre presente, immancabile, è l’interrogativo sull’identità e sugli obbiettivi della propria vita.
A rendere speciali, anzi davvero unici, i libri di Tamara Bach sono però soprattutto la lingua, la forma e la struttura, e Von da weg non fa eccezione. Al centro della vicenda c’è Kaija, che si è trasferita con i genitori da una grande città del nord a una piccola cittadina del sud della Germania e fatica ad ambientarsi nel nuovo contesto. A scuola viene ignorata, è stata eliminata dalla chat di gruppo della vecchia classe, l’anziana zia nella casa di famiglia della madre in cui si sono trasferiti sembra affetta da una leggera demenza, e la madre stessa, che lavora come insegnante nel liceo di Kaija, si sente visibilmente a disagio nel paese di origine. «Non si può essere più soli di così», pensa la protagonista. Solo il padre, un artista americano, affronta tutto con umorismo e mantiene la famiglia allegra con buon umore, buon cibo e buone soluzioni per tutti i possibili problemi.
Molte sono le domande che sorgono nella mente del lettore: perché la famiglia della protagonista si è trasferita? Per prendersi cura dell’anziana zia o forse per affrontare dei problemi avuti da Kaija? Perché la madre evita le vecchie conoscenze? E ancora: quali esperienze di vita potrebbe raccontare la zia Josepha, sempre così taciturna? Questi interrogativi non vengono mai affrontati direttamente, ma emergono e si intravedono, per così dire, sotto o dietro la storia con grande delicatezza. E si tratta sempre di domande che non trovano risposte complete ma che rimangono sospese fino alla fine della narrazione.
In molti libri di Tamara Bach ci sono questi spazi vuoti e queste incertezze, che in qualche lettore possono causare irritazione, ma che in verità rendono le sue storie ancor più interessanti e autentiche. Anche lo stile narrativo dell’autrice è peculiare e ben riconoscibile. Le sue frasi sono brevi, concise e compresse, descrivono comportamenti ed eventi, ma non danno interpretazioni né offrono commenti. Molte cose vengono solo suggerite, mai spiegate nei dettagli, e in tutte le frasi si riscontrano una chiarezza e una forza incredibili, sostenute da una ritmica sottile, ripetizioni, inversioni e parole mancanti. Semplice in superficie, ma complesso nella struttura, Von da weg appare come una foto leggermente sfocata, che non può essere messa a fuoco e proprio per questo mantiene il suo mistero.
I giovani lettori si immedesimeranno nell’esperienza di voler “andare via” senza avere ancora una meta precisa. Questo era anche, come si scopre nel corso della narrazione attraverso alcune trame secondarie, un grande desiderio della prozia anticonformista, così come della madre amante dei viaggi. E questo rende la costellazione dei personaggi ancora più sfaccettata e permette di comprendere alcuni degli ostacoli emotivi o pratici che tutte e tre le generazioni devono superare per riuscire finalmente a sentirsi al loro posto.
Tamara Bach ha scritto ancora una volta un romanzo per ragazzi che catturerà molti lettori e molte lettrici, perché affronta temi fondamentali come la voglia di partire e il ritorno, la casa e il desiderio di luoghi lontani, l’estraneità e il senso di appartenenza. Per i traduttori potrebbe essere una sfida, dato che dovranno riprodurre le sottili allusioni, le finezze linguistiche e le peculiarità linguistiche del testo, i suoi toni e sottotoni in modo tale da conservarne l’efficacia. Ma non c’è dubbio che questo piccolo e delicato romanzo sarà accolto anche altrove con lo stesso entusiasmo che gli è stato riservato in Germania.
Tradotto da: Claudia Valentini

di Sylvia Schwab
Sylvia Schwab è una giornalista radiofonica, specializzata in letteratura per bambini e ragazzi. Fa parte della giuria dei “Besten 7” di Deutschlandfunk e Focus, e lavora per Hessischer Rundfunk, Deutschlandfunk e Deutschlandradio-Kultur.
Scheda della casa editrice
Si possono fare amicizie anche alla fine del mondo!
Kaija si trasferisce con la sua famiglia nel luogo in cui sono cresciute sua madre Ruth e la prozia Josepha. Ora Kaija è la nuova e i suoi amici sono lontani. E già dalla prima settimana dopo il trasloco, non si fanno più sentire. Kaija deve quindi orientarsi da sola, prendere le sue decisioni e scoprire chi è lei veramente e cosa significa davvero l’amicizia. E anche Ruth e Josepha devono arrivare alla fine del mondo, da dove erano volute disperatamente fuggire. Ma per fortuna ci sono Emily, tanti gatti e la prospettiva di un nuovo inizio.
Tamara Bach racconta la storia in modo autentico, toccante e con molto umorismo, dando voci indimenticabili a Kaija, Ruth, Josepha e a tutti gli altri.
Un libro straordinario, appassionato che parla di famiglie e amici veri!
(Testo: Carlsen Verlag)